La teoria delle finestre rotte è una teoria criminologica che suggerisce che il disordine visibile e i comportamenti antisociali in un ambiente urbano, come graffiti, vetri rotti e vagabondaggio, incoraggiano ulteriori crimini e comportamenti antisociali, portando a un deterioramento generale della qualità della vita nella zona. In sostanza, sostiene che un ambiente trascurato invita al crimine, mentre un ambiente ben curato lo scoraggia.
L'idea centrale è che la manutenzione di un ambiente ordinato e pulito può prevenire il crimine. Se una finestra rotta non viene riparata, presto altre finestre verranno rotte. Il principio è che trascurare i piccoli problemi segnala che nessuno si preoccupa, e questo incoraggia problemi più grandi, tra cui crimini più seri.
La teoria è stata introdotta per la prima volta in un articolo del 1982 di James Q. Wilson e George L. Kelling, intitolato "Finestre rotte".
Elementi Chiave e Critiche:
Disordine e Crimine: La teoria postula un legame diretto tra disordine e criminalità. https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Disordine%20Urbano
Prevenzione Primaria: Il focus è sulla prevenzione del crimine attraverso la gestione dell'ambiente e il mantenimento dell'ordine pubblico.
Tolleranza Zero: La teoria ha spesso portato all'implementazione di politiche di "tolleranza zero" nei confronti di piccoli crimini e comportamenti antisociali. https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Tolleranza%20Zero
Critiche: La teoria è stata oggetto di critiche significative, tra cui:
Impatto:
Nonostante le critiche, la teoria delle finestre rotte ha avuto un impatto significativo sulle politiche di polizia in molte città, portando a un aumento dell'attenzione verso la gestione del disordine e dei piccoli crimini. Il suo impatto sulle strategie di ordine pubblico è stato significativo.